Forse non tutti sanno che per 17 anni ho avuto il privilegio di possedere e gestire, insieme a mia moglie Manuela, un negozio di modellismo. Lo avevo chiamato HOBBY HOUSE ed era nato quando avevo lasciato la professione di ingegnere edile, che consideravo malsana e in balia delle corruttele politiche. Così avevo deciso di mollare tutto e di dedicarmi a qualcosa di totalmente nuovo e pulito.
E' stata una scommessa vinta e un periodo piacevolissimo della mia vita, fatto di enorme lavoro (gestivo il negozio mentre continuavo a scrivere fumetti, come al solito) ma anche di incredibili soddisfazioni.
Scrivo quindi queste pagine in onore e in ricordo di tutti i miei clienti, molti poi diventati amici graditissimi, con i quali ho condiviso molte ore di allegria e divertimento, in compagnia dei miei e dei loro figli. Siamo tutti cresciuti insieme.
Il sottoscritto sul campo di volo con un aeromodello VOR 250 di Aviomodelli.
Questo modello era particolarmente robusto e versatile
e ideale per i principianti. Ne vendevo moltissimi e
ovviamente facevo vedere come si usavano, spesso collaudandoli personalmente
per il cliente... che normalmente lo distruggeva il volo successivo.
Ma era anche un modello facile da riparare e io, ovviamente,
vendevo anche tutti i pezzi di ricambio.
Considerando il modellismo una fenomenale fonte di divertimento e di apprendimento, ne ero appassionato da tempo, ma solo a livello hobbystico, ovviamente.
Nell'aprire il negozio ho dovuto, oltre a costruirmi materialmente i mobili e le vetrine ( per risparmiare), imparare tutto di burocrazia, di tecniche di vendita, di contabilità, ecc. ecc. , cose totalmente estranee alla mia formazione di ingegnere.
Questa meraviglia è una locomotiva tedesca in scala 1:87.
Funzionava perfettamente e all'interno del negozio avevo
costruito un plastico ferroviario lungo sei metri proprio per mostrare
questi oggetti in movimento. Ovviamente il primo a
divertirsi e a giocare ero io!
Inoltre ho dovuto imparare a conoscere tutte le branchie del modellismo che comprende diverse sezioni molto specializzate: treni in miniatura, aeromodelli volanti, figurini, modellismo navale antico, automodelli a scoppio ed elettrici, modelli statici in genere, barche a vela radiocomandate.
La clientela era quasi tutta adulta e molto appassionata e quindi quasi sempre super specializzata. Metterci al loro livello è stato estremamente difficile, soprattutto per mia moglie, che di modellismo non sapeva nulla.
Ovviamente ho dovuto anche imparare a guidare e pilotare di tutto, e sono arrivato perfino a creare una scuola di volo per i miei clienti, cui insegnavo a mia volta a volare con l'ausilio di un doppio telecomando. Alcuni aerei in miniatura, in vendita nel mio negozio, superavano agevolmente i 200 chilometri orari.
Alcuni clienti-amici posano per una foto di gruppo.
Io sono il secondo da sinistra.
A sinistra potete vedere un elicottero e, secondo da destra, un aeromodello
con 4,2 metri di apertura alare.
Volava in modo superbo e
morì l'anno dopo durante un volo in montagna, sul monte Avena.
Pace all'anima sua, se gli aeromodelli ne hanno una!
Purtroppo anche chi lo pilotava non c'è più. Un ricordo per il caro Oliviero.
Insomma una esperienza entusiasmante nel corso della quale ho conosciuto moltissime persone di pregio, molti ragazzi volonterosi (che ho visto crescere e sono diventati poi avvocati, medici, ingegneri... il mio avvocato di fiducia è uno di questi!). Tra essi tante persone che praticavano il modellismo con una abilità costruttiva e una inventiva prodigiosa, superiore a quella di esperti artigiani professionisti.
Ho conosciuto persone che sapevano costruirsi un motore a reazione in garage, usando il tornio, il cannello ad acetilene e una fresa in miniatura comandata da un sistema computerizzato a controllo numerico. E magari erano dei pensionati ex impiegati dell'Enel.
E' veramente un peccato che la scuola italiana abbia sempre snobbato la pratica del modellismo (cosa che invece non succede in Germania, per esempio, o in Giappone, non a caso due tra i paesi più tecnologici del mondo). Oltre che sviluppare la manualità e l'abilità pratica in genere, il modellismo di qualità richiede moltissime nozioni teoriche anche molto approfondite. Costruire un aeromodello con una turbina a gas propano di 120.000 giri/minuto e farlo volare a 250 chilometri l'ora, infatti, non è una cosa tanto facile. Ma c'è anche chi ha costruito sommergibili, elicotteri, treni a vapore (proprio a vapore, con caldaia alimentata ad alcool) e auto a scoppio a partire dal motore di un tosaerba.
Si impara a saldare, ad usare le macchine utensili, a disegnare, a progettare, a calcolare, a dipingere... si deve avere senso estetico, equilibrio, costanza, determinazione, capacità di mettersi in gioco e di competere con gli altri. E anche di perdere, di vedere il proprio modello cadere e rompersi, per cui occorre saper ricominciare e riaggiustarlo.
Il modellismo insomma è una grande metafora della vita e se lo praticassimo di più (non per caso in Italia è un hobby in declino) forse saremmo un paese migliore.
Una immagine di una manifestazione organizzata a Padova.
I modelli che vedete sono quasi tutti progettati e costruiti dai
partecipanti, che poi li mostravano a tutti in esibizioni collettive.
E se si rompevano, si passava la settimana seguente a ripararli.
Una goduria, per dei costruttori nati!
Nelle pagine seguenti, molte altre immagini che ormai, dopo quasi trent'anni, formano un vero e proprio album dei ricordi. Sotto ogni foto parlerà la didascalia e chissà che qualcuno dei miei vecchi clienti non possa riconoscersi e magari farsi vivo per un saluto. Risponderò sempre volentieri.
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