Da "ilrestodelcarlino.it
" (Pubblicato anche nelle versione on-line de "Il Giorgio" - ww.ilgiorno.it e de "La Nazione" - www.lanazione.it) | |
| |
MILANO, 3 SETTEMBRE 2002 | |
La storia si apre con un Paperone sull'orlo della disperazione: «Le mie aziende, i miei investimenti... ormai sono vecchi e superati! Adesso va di moda la New Economy!». E lì apposta per dargli una mano, come sempre,ci sono Paperino e i tre nipotini Qui, Quo e Qua, questi ultimi giovani e già avvezzi allo strumento di Internet (che nel mondo dei paperi si chiama Papernet). Proprio loro spiegano al vecchio zione che cos'è l'e-commerce e cosa significa avere un portale. Da lì comincia l'avventura: il rivale Rockerduck, messo al corrente delle mosse di Paperone si lancia nella sfida hi-tech, e i due multimiliardari intraprendono la stessa strada che tante aziende nella realtà hanno percorso: prima le vendite on line, poi l'offerta di abbonamento gratis a Papernet, con tanto di sito completo di chat line e Newsgroup, poi la lotta al telefonino dell' ultima generazione. «Ma ci vogliono un sacco di soldi», dice Paperone al consulente di turno. «Cercateli in Borsa!», è la risposta. Ed ecco l'approdo ai listini di Paperopoli, con zio Paperone che apre l'attività di «incubatore d'impresa»: i giovani con nuove idee per un sito, dalla ricerche di anime gemelle on line ai portali di musica «rock-salsa-grunge», (quante idee ancora più fumettistiche abbiamo visto nella realtà fino a un paio d'anni fa) chiedono soldi in prestito per gettarsi sul mercato dell'hi-tech. Poi, esattamente come è successo nella realtà, la bolla arriva al culmine e scoppia: inseguendo il mondo virtuale i paperopolesi dimenticano tutto quello che è reale: le aziende hi-tech di Paperone vanno bene, ma tutto il resto va in rovina. «Le nuove idee durano poco - dice così lo zione - E' una rincorsa continua e i soldi non bastano mai». La stessa cosa pensa Rockerduck: entrambi decidono di disfarsi delle aziende hi-tech, il pubblico si libera delle azioni e i titoli in Borsa crollano. Come fare? Ecco il colpo di genio: Paperone studia un programma televisivo sullo stile del «Grande Fratello» (nella storia si chiama «Grande Fardello»), nel quale è lui stesso il protagonista spiato dalle telecamere: nella sua vita di tutti i giorni dimostrerà che la tecnologia è bella ma non bisogna esagerare: così, a volte è piacevole spegnere il computer e fare la spesa dall'amico droghiere, leggersi un bel libro e fare quattro chiacchiere in compagnia con amici reali e non virtuali. I paperopolesi vedono e capiscono. E la morale finale è tutta nelle parole di Paperone che chiudono la storia: «Papernet è uno strumento, come un martello o un trapano. Possiamo usarlo per costruire ottime cose. Ma non serve a nulla se dietro non ci sono la mente e il lavoro di chi lo adopera». Il lieto fine insomma, almeno nei fumetti c'è. «Fa parte della nostra linea editoriale - dice Claretta Muci, direttrice di Topolino - scegliere delle storie attuali, che insegnino qualcosa ai più piccoli e magari chiariscano determinati concetti agli adulti. La storia sceneggiata da Pezzin, che è un esperto di Internet, ne è un tipico esempio, ma già in passato avevamo affrontato tematiche economiche e tecnologiche, dal mondo della posta elettronica alla diffusione dell'euro. E sicuramente non ci fermeremo qui». Non si fermerà qui nemmeno Giorgio Pezzin, ideatore della storia, da più di 30 anni collaboratore di «Topolino»: «Da sempre sono un appassionato di Internet, tanto che ho anche creato un mio sito sul mondo dei fumetti (www.fumettiestorie.com), con tanto di storie on line, biografie dei principali autori e notizie varie sul mondo dei fumetti. Inventare una storia sulla New Economy mi è venuto naturale: da sempre cerco di mantenere le mie sceneggiature Disney legate all'attualità, e uno sguardo a quello che stava succedendo nel mondo delle nuove tecnologie era d'obbligo. Il mio pensiero su Internet, e di conseguenza anche sulla New Economy, è tutto nelle parole di Paperone che chiudono la storia: dietro l'iniziativa on line ci vuole una mente che lavora e un progetto concreto, se no alla lunga tutto si sgonfia. Non a caso io stesso mi sto dando da fare per dare al mondo del fumetto uno sbocco anche su Internet, cercando però di dare sostanza al progetto, facendo sì che non rimanga una scatola vuota». |
|
di Roberto Grimaldi | |